Poste Pay è di nuovo sotto attacco. A moltissimi utenti in passato è capitato di vedere delapidati i propri risparmi. Ed è successo anche di sentirsi rispondere che la carta non era assicurata contro truffe di questo genere.
La rincorsa al call center, le spiegazioni degli addetti allo sportello non sono serviti. E in tanti casi non sono bastati. A riavere i propri soldi indietro.
In passato la Poste Pay (per intenderci la carta di colore giallo, ricaricabile) non era assicurata contro frodi che avvenivano sul web. Questo significava che se la carta veniva clonata, era possibile ad esempio, scommettere sul web i soldi di qualcun altro. Senza che questo qualcuno ne fosse al corrente.
Una tegola in testa per molti risparmiatori che hanno visto tanti dei loro soldi letteralmente andare in fumo. Con questo scherzetto. E, i meno capaci a ricorrere alle vie legali, i soldi non li hanno mai rivisti.
Le Poste facevano spallucce, in questo senso. Dicevano che la carta ricaricabile, per altro la più adatta a fare acquisti online, non era assicurata e così addio ai propri risparmi.
Dal momento dell’introduzione della Poste Pay Evolution qualcosa è cambiato. La nuova carta dotata di Iban è assicurata. Quindi nel caso in cui foste truffati, dimostrando che non avete fatto determinate spese, riavrete i vostri risparmi.
Poste Pay: la nuova truffa che ruba i dati sensibili
Conto vuoto. Nessuna operazione effettuata di vostro pugno. Cosa è successo? La truffa Poste Pay di novembre è abbastanza subdola. Le cifre prelevate non sono alte, ma in certi casi nemmeno troppo basse.
Il furto di dati personali avviene in maniera molto veloce e le carte risultano inutilizzabili. Ma come ci si può salvare da questa truffa che proprio sotto Natale ha già coinvolto molte persone?
Il pishing è ormai diffusissimo. Lo sanno anche le banche come la Unicredit che di recente si sono trovate a risolvere il problema.
La truffa avviene come spesso accade via email. Si utilizzano indirizzi che sembrano reali, della Posta, per inviare all’utente una segnalazione. La trappola è ben nascosta ma si può comprendere facilmente.
Alla casella di posta del malcapitato arriva quindi una segnalazione. Si tratta di un’allerta per il blocco di carte e conti. Su questa mail si fa riferimento a un link.
Ecco: cliccando il link, si forniscono in maniera del tutto inconscia i propri dati personali. Dati che poi vengono utilizzati per ottenere le credenziali di accesso.
E questo avviene anche se si effettua la verifica a doppio codice con il numero di telefono. Il risultato è che il conto viene svuotato alla velocità della luce fino all’ultimo centesimo.
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